L’essenza ogni secondo

KatiaIo sono Katia e ho avuto il "non'" piacere di conoscere il cancro quasi tre anni fa…da allora niente è come prima.

Ogni giorno guardandomi allo specchio vedo quelle cicatrici che ricordano costantemente un periodo buio, lacrime, panico, paura!

Ma il vedere quelle cicatrici mi ricorda anche che ci sono, sono qui, ho la possibilità di cogliere l'essenza di ogni secondo respirato, di assaporare al massimo le bellezze che mi circondano di vivere e ringraziare perché posso farlo…😘

Vincere nello sport e nella vita

Schermata 2018-09-19 alle 21.05.12Sabato 15 settembre Diversamente Sani ONLUS è stata presente alla cena organizzata dal club Soroptimist Isola d'Elba per parlare di cancro.

"Vincere nello sport e nella vita" è stata un'occasione per conoscere storie di vita che hanno fatto del cancro una tappa, come per Alexia Giugni, un nemico da conoscere e sconfiggere, come il chirurgo senologo Alberto Neri o un compagno di viaggio da sfidare giorno per giorno come per Leonardo Cenci dell'Associazione Avanti tutta.

Grazie per averci coinvolto e grazie agli ospiti che hanno partecipato: Alberto Neri, Alexia Giugni e Leonardo Cenci.

Fitness Rosa

22491954_1621823171221939_8785636791158640049_nNel mese della prevenzione del cancro al seno, il Comune di Campo nell'Elba ospita la nostra associazione Diversamente Sani ONLUS per una giornata all'insegna dello sport e dell solidarietà.

Oggi in piazza Dante a Marina di Campo alle 16:00 inizierà l'evento "fitness Rosa" che vedrà succedersi sul palco gli istruttori di Zumba, Pilates, Jazzercise e Kizumba su due circuiti di lezione aperta a tutti e gratuita.

A portare il fiocco rosa della lotta contro il cancro ci saremo noi, Diversamente Sani, che presenzieremo con uno stand informativo sulla nostra associazione e i nostri progetti.

Chi vorrà potrà trovare il nostro calendario 2018 "Il giorno più bello…Oggi!" ma anche diventare socio della nostra ONLUS.

Vi aspettiamo in tenuta sportiva questo pomeriggio di fronte al palazzo del municipio di Marina di Campo.

La storia di Elena

imageHo 48 anni e sono una di quelle donne su otto che si ammalano oggi in Italia di cancro al seno. Il cancro è  una battaglia difficile dalla quale si può uscire vincitori ma mai più uguali a prima.

Dopo la diagnosi sembra di precipitare in un vortice fatto di analisi, visite, esami e prima ancora di capire cosa sta accadendo vengo operata, e poi dopo 28 giorni una seconda operazione per asportare tutti i linfonodi. Poi la chemioterapia, la radioterapia, l'ormonoterapia e l'induzione alla menopausa visto che è ormonerecettivo.

Sono passati quattro anni e apparentemente, per l'amore che ho per tutta la mia famiglia, sono tornata alla normalità. I miei cancer- versari si sono mischiati ad altri avvenimenti, alcuni dei quali tremendi: alcune mie "compagne di viaggio" diventate amiche speciali, se ne sono andate, stroncate da questo mostro, e la loro partenza mi ha mandato in pezzi, mi ha fatto sentire ingiustamente graziata.

Sento che questi quattro anni di cure hanno accelerato il mio invecchiamento. A 44 anni ero nel pieno della forma, della  forza fisica e mentale che non ho più ritrovato.

Principalmente non ho più ritrovato l'energia e l'entusiasmo che avevo e che ho esaurito in questa lotta, per non mollare nei confronti del male, per arrivare a questo traguardo.

E c'è una cosa che non mi abbandonerà più e che prima non conoscevo: la paura. La paura che torni.

 

Elena

L’Interruttore del Dolore

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Capita.

Si spera che non capiti mai ma …capita.

A volte ci si ritrova a entrare in un tubo di Risonanza Magnetica e il nostro piccolo cervello gira a mille.

Pensi a cose che non avresti mai pensato se non ci fosse stato il Tubopreghi, e magari non hai mai pregato DAVVERO in vita tua, e ti vedi DAVVERO scorrere visi, volti e occasioni che dovevi sfruttare meglio, che dovevi salutare di piu' , che dovevi abbracciare o baciare prima che partissero…ti riprometti di farlo, preghi di averne il tempo, l'occasione, ti riprometti un infinita' di cose appena esci dal Tubo, qualsiasi sia il responso, perche' la paura ti fa vedere un unica diagnosi e ti fa vedere una sola strada

Poi come per magia, con una semplicita' che non credevi possibile, il dottore con sguardo tranquillo , come se bevesse un caffe' o guardasse Zelig, ti dice : " tutto a posto", con un tono che sembra seguire un monito " era inutile fare tanto casino e preoccuparsi cosi' , visto? " e quando esci ringrazi, saluti, e fuori degli scalini dell'ospedale non sei per nulla cambiato, sei quello di prima che ha vinto la lotteria senza averci neanche giocato…non fai le mille telefonate che ti eri ripromesso, non vai negli ospizi a aiutare la gente, non ti travesti da Babbo Natale per far contenti chi il natale non l'hai mai festeggiato…al massimo , stancamente, fai qualche donazione per posta , non tanto alta da adottare qualche bimbo ma neanche tanto bassa per pulirti la coscienza…poi esci con gli amici, festeggi come se non ci fosse un domani ma invece il domani c'è, anche se con un bel mal di testa, ma c'è ….e ti scordi che per tanti il domani davvero non c'è…ti scordi che per tanti ogni giorno è un domani che è un tesoro prezioso che piano piano viene a mancare….ci sei passato vicino, al precipizio, l'hai visto, l'hai visto negli occhi di tua madre che guardava dritta nei tuoi sperando di cogliere un segno di salute, hai visto i letti, sei passato vicino a quel signore che sta curvo su gambe malferme e che sa gia' la diagnosi mensile che ricevera'….hai visto anche quella fidanzata che porta la carrozzella con il suo uomo e cerca di farlo ridere, e hai visto perfino quella bellissima bimba con la madre che cerca di nascondere le lacrime …ma soprattutto quella ragazza, circa venti anni…che ti pare impossibile possa avere avuto una diagnosi diversa dalla tua…lei cosi' bella, cosi' perfetta, lentiggini, occhi verdi come il mare…alta, capelli mossi dal vento…ma no dai, si so sbagliati, sono io che sto male, cosi' bruttino e cicciotto, mica lei …e invece no…lo capisci quando dopo una settimana vai svogliatamente a fare il controllo ben sapendo che stai bene, che sei quasi guarito, e la vedi arrivare dopo di te sulla maledetta sedia , e nello sguardo capisci che lei l'interruttore del dolore non lo puo' spengere. Non ci arriva da sola a farlo, e gli altri , neanche quelli alti due metri, possono spengerlo al posto suo…..La fai passare, cerchi il tuo sorriso migliore, ma sai che è anche peggio, è inutile fingere che vada tutto bene con chi non sa piu' che voglia dire il bene….e ti senti piccolo, molto piu' piccolo di quando eri nel tubo e sentivi il tuo cuore battere.

Ricordiamoci di chi non puo' spengere mai l'interruttore…per non farlo rimanere in mezzo a troppe luci di sale operatorie, abbaglianti, ma anche per non farli mai rimanere al buio.

Siamo noi gli interruttori del dolore…nostro e degli altri.

Cerchiamo di accenderci sempre. 

Mauro M.

La mia Rinascita

IMG_4272Mentre ero presa dai miei pensieri mi sono ricordata che un anno fa finivo con grande sollievo la chemio e la radioterapia.

È gia passato un anno e anche se sono sotto accertamenti è bellissimo pensare di aver percorso questa lunga strada ed essere ancora in piedi 😍.

Questo x incoraggiare chi come me e molte altre persone ad andare avanti e non mollare mai anche se in certi momenti è veramente dura !

Forza e coraggio è toccata a noi , ma la vita è anche questo 😘

 

Cristina B.

Vivere a metà


Cancro al senoCi sono dei giorni che nonostante la situazione sia tranquilla mi sento fuori posto.

Perché? Perché i dottori dicono bene quando ti illustrano le situazioni che si presenteranno, facendoti discorsoni del tipo: <<non si preoccupi, con il tempo tutto si rimette in circolo, il corpo ha solo bisogno di tempo>> – sì, tempo…che sembra fermarsi talvolta, lasciandoti in balia di quelli che poi dovrebbero essere i fantomatici problemi passeggeri delle terapie.

Io nonostante l'impegno psicologico che ci metto non mi sento così appagata dai discorsoni, mi sono ritrovata ad essere donna a metà.

Ho già detto e ripeto che vado comunque per la mia strada e mi faccio largo nelle difficoltà non arrendendomi MAI ma a volte penso che se fossi stata sola, e per sola intando né figli né marito, dal punto di vista psicologico un po' egoistico la strada da percorrere sarebbe stata più semplice perché avrei pensato solo a me e a quello che mi avrebbe fatto piacere essere in ogni momento. 

Tutto questo con famiglia non avviene. Ma la parte più dura non è essere mamma, che alla fine è la perla preziosa dell'unione di due persone che vivono tempi pesanti.

Ma ad essere moglie a 360° poi che ti viene a mancare una parte importante nell'essere donna, viene ammazzata – passatemi il termine – la tua sessualità che con tutto il tuo impegno viene meno.

E credetemi: non è facile in una coppia, per quanto affiatata, far fronte a questo problema.

Spero e mi auguro che la medicina aiuti noi donne quanto prima a curare, sì ho detto "curare", anche questo problema non meno importante della malattia in se stessa.

Perché è bello vivere e star bene ma la parola "bene" si intende godere a pieno di quello che fa parte dell'essere umano nella sua completezza in tutti i suoi sensi.
 

Cristina Orzati