Le sopracciglia sono un connotato molto importante per l’architettura del viso, la loro assenza o carenza può determinare uno squilibrio estetico del volto. Esse rappresentano la cornice degli occhi e donano espressività e bellezza. Inoltre le sopracciglia sono fondamentali nella comunicazione delle tue emozioni e per identificare la tua personalità e il tuo stile.
Sopracciglia: cosa fare prima della chemioterapia?
Le sopracciglia risentono degli effetti della radioterapia e dei vari farmaci chemioterapici in circolo, per questo, se sai di dover affrontare un ciclo di chemioterapia, prima di iniziare ti suggerisco di rivolgerti ad un dermopigmentista paramedicale esperto.
Nell’ambito paramedicale la dermopigmentazione delle sopracciglia va effettuata prima dell’inizio delle cure quindi prima che il sistema immunitario sia compromesso dai farmaci in circolo.
Nel giro di circa un mese è possibile perdere completamente le sopracciglia o vederle diventare molto più rade.
In certi casi si può intervenire fra la prima e la seconda chemioterapia, ma deve essere l’oncologo a dare il consenso alla paziente in base allo stato del suo sistema immunitario. Potrebbero infatti presentarsi delle infezioni o delle irritazioni causate dalla mancanza di difese.
Cosa fare dopo la chemioterapia
Terminate le cure si può verificare nella maggior parte dei casi la ricrescita naturale dei peli, anche se in situazioni più rare, si riscontra l’insufficienza densità.
La soluzione migliore sarebbe quella di farsi dermopigmentare una leggera sfumatura sotto la propria arcata naturale prima della caduta, in modo da non restare nude, senza connotati, durante le terapie.
È un trattamento molto delicato, è possibile vedere una traccia che può essere di grande aiuto per poterle ridefinire meglio nel momento dell’assenza totale. Quando ricominceranno a crescere, i peli potranno ridisporsi sulla forme originali della persona.
Dermopigmentazione: di cosa si tratta
La dermopigmentazione è una tecnica che ha origine dal tatuaggio, il cui scopo è quello di ridisegnare elementi del corpo che hanno perso la loro definizione.
Il tatuaggio paramedicale è ben differente dal tatuaggio puramente estetico, in quanto è finalizzato a garantire il benessere psicofisico dei pazienti, successivamente a sedute di radioterapia ed interventi chirurgici. Si tratta quindi di un trattamento paramedicale, che deve essere svolto da figure professionali che collaborano con i medici.
Grazie ad una tecnica di tatuaggio 3D all’avanguardia e a veri e propri disegni artistici, il tatuaggio paramedicale è in grado di ripristinare un effetto estetico armonioso, con un risultato finale naturale e molto prossimo all’aspetto originale.
Dermopigmentazione: come si svolge
La dermopigmentazione paramedicale consiste nella realizzazione di un tatuaggio bidimensionale, attraverso l’utilizzo di un dermografo con aghi sterili, che vanno a depositare pigmenti nell’epidermide e nella zona da trattare. I pigmenti devono essere specifici per la dermopigmentazione, essere testati, monouso e sterili. É preferibile utilizzare i pigmenti inorganici, in quanto non sono tossici nè irritanti per la pelle e comportano meno rischi di provocare allergie.
La dermopigmentazione è un vero e proprio lavoro artistico e i risultati sono visibili già dopo un paio di sedute.
Il trattamento può essere ripetuto dopo qualche anno, al fine di conservarne l’effetto realistico.
Dermopigmentazione: a chi rivolgersi
Bisogna fare attenzione, perché è molto importante scegliere con cura il dermopigmentatore, non si può trattare di un semplice tatuatore, in quanto oltre al risultato estetico è fondamentale anche l’aspetto igienico e la cooperazione con un’equipe medica. Per qualsiasi informazione può contattare direttamente l’estetista oncologica che fornirá tutte le informazioni necessarie.