Cara Valentina,
a volte la parola “grazie” può apparire riduttiva e con te lo è veramente.
Pensiamo alla SLA come ad una condanna peggiore del cancro perché il cancro lo puoi combattere, curare, cronicizzare, mentre la SLA è qualcosa di così grande da non poter neanche immaginare una vita con questa malattia.
Una malattia che ti rende prigioniero del tuo corpo e che nell’immaginario comune ti chiude tra quattro pareti che ogni giorno sembrano avvicinarsi sempre di più tra loro, schiacciandoti.
Poi arrivi tu…con tuo marito e il tuo bambino e riscrivete una storia di VITA con la SLA.
Ritrovate il coraggio di aprirvi a nuove amicizie, forse a vere amicizie.
Cara Valentina, forse non sappiamo dirti cosa significhi vederti vivere con gioia e altruismo, che rivoluzione rappresenti il tuo volto sorridente nonostante la stanchezza, i tuoi occhi brillanti tra le persone che anche ieri si sono aggregate grazie al tuo esempio e hanno fatto qualcosa per gli altri, contribuendo a rendere la nostra vita migliore, anche solo per una sera o forse per un futuro che dobbiamo ancora scrivere.
Crediamo che avere la SLA significhi morire senza perdere per un attimo la lucidità ma moriamo veramente quando non abbiamo sogni, desideri, quando sprofondiamo nel nostro dolore e non quando combattiamo l’ignoranza di chi prova pietà per noi o la paura di chi non riesce a guardarci e vedere una persona nella sua interezza.
Combattiamo tutti: la malattia, la paura della morte, l’ignoranza…ma tu combatti l’oscurità, indossando un mantello travestito da coperta e un sorriso come scudo.
Grazie Valentina per essere una donna rivoluzionaria e per averci reso parte della tua rivoluzione.
Con affetto,
Diversamente Sani ONLUS.