Ci sono dei giorni che nonostante la situazione sia tranquilla mi sento fuori posto.
Perché? Perché i dottori dicono bene quando ti illustrano le situazioni che si presenteranno, facendoti discorsoni del tipo: <<non si preoccupi, con il tempo tutto si rimette in circolo, il corpo ha solo bisogno di tempo>> – sì, tempo…che sembra fermarsi talvolta, lasciandoti in balia di quelli che poi dovrebbero essere i fantomatici problemi passeggeri delle terapie.
Io nonostante l'impegno psicologico che ci metto non mi sento così appagata dai discorsoni, mi sono ritrovata ad essere donna a metà.
Ho già detto e ripeto che vado comunque per la mia strada e mi faccio largo nelle difficoltà non arrendendomi MAI ma a volte penso che se fossi stata sola, e per sola intando né figli né marito, dal punto di vista psicologico un po' egoistico la strada da percorrere sarebbe stata più semplice perché avrei pensato solo a me e a quello che mi avrebbe fatto piacere essere in ogni momento.
Tutto questo con famiglia non avviene. Ma la parte più dura non è essere mamma, che alla fine è la perla preziosa dell'unione di due persone che vivono tempi pesanti.
Ma ad essere moglie a 360° poi che ti viene a mancare una parte importante nell'essere donna, viene ammazzata – passatemi il termine – la tua sessualità che con tutto il tuo impegno viene meno.
E credetemi: non è facile in una coppia, per quanto affiatata, far fronte a questo problema.
Spero e mi auguro che la medicina aiuti noi donne quanto prima a curare, sì ho detto "curare", anche questo problema non meno importante della malattia in se stessa.
Perché è bello vivere e star bene ma la parola "bene" si intende godere a pieno di quello che fa parte dell'essere umano nella sua completezza in tutti i suoi sensi.
Cristina Orzati